Depressione: vinci la paura delle ricadute
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Depressione: vinci la paura delle ricadute

Chiunque abbia attraversato il male oscuro e ne sia uscito teme di poterne diventare di nuovo vittima: fai così per sostenere la tua nuova esistenza

Un lettore di Riza Psicosomatica ci scrive: “Ho sofferto di una forma acuta di depressione per oltre un anno. Ora, dopo una psicoterapia, mi sento bene e anche lo specialista dice che sono guarito. Ma non mi sento ugualmente tranquillo: ho paura di una ricaduta, anche perché ho sentito dire che non ci si libera mai veramente dalla depressione. È davvero così?».

Vivere la depressione è un’esperienza dolorosa e il timore di ricadervi è naturale. La cosa certa è che la persona che esce dal tunnel della depressione non è più la stessa di prima. L’esperienza può averla resa più forte o, viceversa, più fragile; a volte entrambe le cose. In ogni caso, due saranno i fattori capaci di fare la differenza: da un lato il modo in cui la depressione è passata, dall’altro il modo in cui vengono vissuti i primi mesi dopo la guarigione. Quest’ultimo è il periodo più importante perché orienta la persona verso il futuro, determinando così l’assetto psichico con cui verrà affrontata la vita seguente.

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Diventa necessario quindi porre attenzione, sia da parte di chi ha sofferto che di chi gli sta vicino, sui campanelli d’allarme. Il fatto che i sintomi più preoccupanti siano assenti e che la persona “funzioni bene” non deve trarre in inganno: sono questi i momenti in cui entra in gioco a tutti i livelli – emotivo, psichico e cerebrale – il mistero della rinascita, che va protetto fornendogli il terreno migliore per esprimersi. Ecco perciò alcuni consigli.

Evita l’errore più frequente: rifare la stessa vita di prima

La cosa peggiore da fare è riprendere a condurre esattamente la stessa identica vita di “prima della crisi”. Si pensa che la guarigione consista soltanto nel tornare a “funzionare di nuovo”, come se il cervello fosse una macchina da aggiustare. Ma è proprio nella situazione “di prima” che risiedovano le cause del malessere: la depressione è arrivata per spegnere quella vita e consentirci di lasciar spazio a nuovi pensieri, nuovi atteggiamenti e nuove azioni più adatte a noi e ai nostri reali bisogni.

Comprendi il senso autentico del disagio

Solo comprendendo le finalità oltre che le cause del malessere, sarà possibile guardare alla depressione non più come a un nemico di cui temere il ritorno, ma come un alleato che, se mai tornasse, lo farebbe non per dispetto ma per continuare a tenerci sulla giusta rotta, la nostra. Del resto, è questo il vero e profondo motivo per cui la psicoterapia deve essere considerata il trattamento di elezione della depressione (con l’eventuale supporto di psicofarmaci solo nei casi più gravi), perché è l’unica in grado di consentirci l’accesso al senso profondo.

Non parlarne più

Altro passaggio importante è scrollarsi di dosso l’identità di ex-depresso. Lo abbiamo vissuto, ormai è finito. Non serve e anzi è dannoso rievocarlo di continuo. Se ne siamo usciti significa anche che oggi siamo più armonici e consapevoli: dei suoi significati, dei suoi segnali e degli strumenti per anticiparla se si ripresenta.

Dai un taglio netto al tuo passato depresso

Delle volte la difficoltà di staccarsi dalla sofferenza passata può essere riconducibile a una sorta di nostalgia di quegli aspetti vantaggiosi che il disagio offriva, di cui l’inconscio si nutre ancora. Soprattutto in questi frangenti è necessario allora un gesto forte che segni un taglio netto col passato: identifica un oggetto che rappresenta quel periodo (un farmaco che ormai non prendi più, o un vestito, o altro) ed eliminalo, staccatene, buttalo via. Se si tratta di un luogo (ad esempio un angolo della casa nel quale hai vissuto brutti momenti) rinnovalo e cambiagli aspetto. Tutto ciò servirà al cervello per capire, archiviare, andare oltre.

Valuta cosa ti serve ora

Infine poiché ogni persona è unica, è fondamentale valutare attentamente di cosa abbiamo bisogno. Alcuni, dopo una crisi, necessitano di confrontarsi con la sofferenza altrui per elaborare la propria, altri devono proteggersi da atmosfere di dolore. Comprendere cosa e chi fa per noi ci metterà al riparo dalle ricadute.

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