Con lui la sicurezza, con l'altro la passione. Che faccio?
Coppia e amore

Con lui la sicurezza, con l'altro la passione. Che faccio?

Fuori dalle regole e dalle convenzioni sociali, il tradimento svela la nostra ombra, il lato folle e passionale che spesso trascuriamo in nome del quieto vivere…

Mi chiamo Marta, ho 38 anni e non so come fermare il vortice dentro cui mi sono tuffata che rischia di inghiottirmi. Il mio vortice si chiama Massimo siamo amanti da 3 anni ed io mi sto logorando l’anima. Accanto a me ho Vincenzo, un uomo buono, paziente, calmo, un padre stupendo, ma che proprio qualche anno prima che nostro figlio fosse concepito aveva smesso di alimentare la nostra vita insieme e io, come nel più classico dei cliché, mi sono rivolta altrove, trovando un uomo folle, passionale e capace di risvegliarmi.

La cosa più strana è che dico a me stessa che dovrei sentirmi in colpa perché così bisogna sentirsi quando si tradisce, ma non lo sono sinceramente perché non sento di tradire me stessa, anzi, sento di ascoltare finalmente la mia essenza più profonda. Dandomi a lui mi sono arresa a quella parte di me trascurata che ho nascosto tanto a lungo. Dovevo fare la brava, studiare, lavorare e trovare un brav’uomo; così ho fatto, ma ciò che davvero volevo era perdermi e scappare da tutto e da tutti per cercare me stessa in pace.

Vincenzo è stato accanto a una Marta difficile, sempre triste e nevrastenica e mi ha dato amore, comprensione e sostegno. Ma poi è arrivato Massimo e mi chiedo come faccio a essere ancora qui, persino felice. Sì, perché anche se il vortice dentro cui ci siamo spinti è pericoloso, è anche ciò che volevo, ciò che mi fa sentire viva. Amo mio figlio, solo per lui mi sento in colpa ma con Massimo ho provato per la prima volta passione vera, desiderio puro. Poi però scappo e torno alla mia adorata calma apparente in cui mi cullo, aspettando la prossima ventata di follia.

Come posso fermare tutto questo?”

Quando un incontro ci risveglia dal torpore

Ruoli sociali, doveri, pressioni altrui, convinzioni sbagliate,... troppo spesso nella vita ci lasciamo guidare dalle circostanze esterne, dalle aspettative e dal pensiero razionale e alla fine ci ritroviamo frustrati, tristi e insoddisfatti senza magari renderci nemmeno conto del motivo: l’aver perso di vista la nostra interiorità. Questo è proprio ciò che è successo a Marta che, soffocando i suoi veri desideri, si è dedicata diligentemente allo studio, ha trovato un impiego per sostenere la famiglia e si è sposata con Vincenzo, il classico bravo ragazzo, col quale ha poi avuto un figlio.

La sua potrebbe sembrare una condizione ideale: ha un lavoro e si è sistemata con un uomo buono, paziente, e calmo, che è anche un ottimo padre. In realtà tanto perfetta la sua vita non è: le manca quel pizzico di follia, quella leggerezza e quella passione che sin da giovane si è in gran parte negata e che è completamente scomparsa da quando il rapporto col marito è entrato in crisi.

Ecco allora che arriva un vortice da cui si lascia rapire: Massimo. Quest’uomo, che diventa il suo amante, sembra l’alter ego di Vincenzo: folle e passionale, riesce a risvegliare il desiderio in Marta, che si sente così rinascere.

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Con l’amante arrivano anche i sensi di colpa per il figlio

Se da un lato, grazie a Massimo, Marta si sente di nuovo viva, dall’altro le “regole matrimoniali” la inducono a pensare di troncare la sua relazione clandestina. Un po’ si sente in colpa, soprattutto verso il figlio, per la relazione che da sette anni ha con l’amante e un po' no in quanto non sente di star tradendo se stessa, anzi, finalmente sta ascoltando la sua essenza più profonda. Con Massimo, infatti, forse per la prima volta ha ascoltato una parte di sé che troppo a lungo ha soffocato e dimenticato. Lui è riuscito a (ri)attivare la sua femminilità, la sua passionalità e la sua leggerezza alimentando così il suo lato un folle, che tutti abbiamo e senza il quale la vita diventa pesante, monotona e noiosa.

Eros è andato a trovare Marta e le ha riacceso la vita.

Sin da piccola ha fatto la brava ragazza, soffocando il suo lato selvaggio e frustrando così i suoi desideri, ma l’anima, che non ama essere rinchiusa e tanto meno forzata, l’ha resa triste e apatica, fino all’incontro con Massimo, che le ha “strappato” di dosso la maschera.

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Non è questione di uomini: occorre ritrovare l’essenza

Ci si potrebbe chiedere qual è per Marta la cosa migliore da fare, se porre fine alla sua passionale relazione extraconiugale, che la fa sentire viva ma anche in colpa, o al matrimonio, privo di forti emozioni ma ricco di certezze, nel quale torna continuamente a rifugiarsi. Ma la questione non è questa.

Anche se può sorprendere, non si tratta di scegliere tra Massimo e Vincenzo, bensì di riconoscere che una parte di Marta desidera sicurezza e stabilità ma che questo non basta per essere felice: ha bisogno anche di esprimere e vivere la sua parte folle, leggera e passionale che, tramite Vincenzo, ha riscoperto. Solo riconoscendo, accogliendo ed integrando questi due aspetti Marta può ritrovare il suo benessere e vivere secondo la sua vera essenza.

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