Contro l'ipertensione parole più dolci
Comunicazione

Contro l'ipertensione parole più dolci

Anche il linguaggio che abitualmente utilizziamo può aiutarci a prevenire e curare l'ipertensione, perché chi ne soffre è severo anche nel modo di parlare...

Grandi parlatori  che trasmettono sicurezza da un lato, dall’altro individui estremamente pudichi rispetto ai loro sentimenti, inclini a tacere di ciò che li turba e a sopportare senza troppo lamentarsi: gli ipertesi hanno un duplice volto. In ogni caso la scelta delle parole tradisce il loro mondo interiore fatto di progetti, propositi, sforzi ma anche disciplina, un approccio alla vita che poco spazio lascia alla leggerezza e alle sfumature. Le parole più dure però l’iperteso le riserva a se stesso, esprimendo una grande severità: in fondo è come se al suo posto parlasse un giudice. Mettere a tacere questa voce è il primo passo per allentare la morsa nella quale si ritrova stretto chi soffre di pressione alta. Cominciare a dedicarsi parole più comprensive e dolci non significa diventare molli e autoindulgenti ma imparare a rispettarsi. A tutto vantaggio della salute.

Ecco le frasi che ci fanno stare meglio…

- "Non dipende da me": non è un modo per declinare responsabilità scaricandole su altri, ma una presa d’atto importante che ci consente di abbandonare la posizione di onnipotenza che ci induce a fare sempre di più. È il modo migliore per accettare senza resistere anche ciò che non possiamo cambiare.

- "La cosa più importante è il mio benessere": per l’iperteso questa spesso è la spia di un atteggiamento egoista, le cose che mette al primo posto di solito sono altre. Focalizzare l’attenzione sul proprio benessere vuol dire invece rendersi conto che occuparsi di se stessi è la condizione irrinunciabile per raggiungere qualsiasi altro obiettivo.

E quelle che rischiano di far aumentare… la pressione!

“Non ho altra scelta”: ecco un’espressione che sostiene spesso sforzi sovrumani e autoimposizioni, ma anche la costruzione di trappole. Ogni volta che la pronunci sappi che in qualche modo stai firmando una condanna, la tua. Prova a cambiare punto di vista, spesso a metterci all’angolo è solo la rassegnazione.

“Chi lascia la via vecchia per la nuova…”: poche cose fanno paura all’iperteso come ciò che non conosce e quindi non è controllabile. Sbarrare la via alle novità però vuol dire rinunciare alla curiosità, imbavagliare i desideri, costringersi alla sterilità. Poche cose fanno male al sangue come questo atteggiamento di chiusura.

“Non serve piangere, bisogna reagire”: … al contrario, il pianto è la reazione più istintiva e naturale che il corpo mette in atto per sciogliere il dolore, per far sì che possa allentarsi la tensione e possiamo accettare ciò che ci accade. Soffocare la sofferenza e le sue espressioni è solo un meccanismo di difesa, che a nulla serve se non a far aumentare la pressione arteriosa.

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