Il panico va via quando non lo combatti più

I disagi che bussano alla nostra porta, per quanto inaspettati e spesso invasivi come accade con gli attacchi di panico, si rivelano spesso dei grandi alleati. Capita che ci perdiamo di vista, che scordiamo chi siamo per davvero e restiamo schiacciati sotto ruoli e pensieri acquisiti. I malesseri ci dicono che la direzione che abbiamo preso è sbagliata, che qualcosa della nostra vita non va. Questo messaggio non va compreso con la mente, ma va fatto vivere nella vita quotidiana, come hanno fatto Alberto e Giovanna, i protagonisti delle brevi storie che leggerete poche righe sotto. Alberto ha scoperto che l’idea del successo lo stava vampirizzando; mentre Giovanna ha ritrovato il piacere di vivere le piccole cose della vita quotidiana. Entrambi hanno ripreso le forze portando in campo nuovi modi di essere e coltivando un nuovo modo di rapportarsi al disagio. Attenzione però: partendo subito e non aspettando un domani lontano!

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Grazie al panico sono uscito dal circuito casa-lavoro

“Il panico ci ricorda di aver messo la nostra vita in uno spazio troppo stretto, distrugge un personaggio che ci ha ingabbiati e che non ci permette di essere anche altro... In effetti la mia vita negli ultimi tempi era diventata unicamente casa-lavoro, lavoro-casa e anche quando staccavo il mio pensiero era sempre là. Il mio scopo era quello di fare più soldi, di scalare il successo, di essere il numero uno. Ma col tempo quest’unico obiettivo si era impossessato di me, mi aveva svuotato e mi sentivo sempre più inaridito. Fino ad avere attacchi di panico e ansia già al mattino… Dovevo cambiare stile. Mi sono ricordato da quanto tempo non sentivo più i miei vecchi amici dell'Università e ho ricominciato a frequentarli. Era da tanto tempo che non provavo più la sensazione di “essere a casa”! Più smettevo di avere in mente certi obiettivi, riscoprendo il piacere di stare con me stesso e con gli altri, e più il panico sfumava!"

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Ero in una gabbia, ora vivo senza aspettarmi niente

"Non l’avrei mai pensato, ma grazie agli attacchi di panico mi sto liberando da tutte le gabbie mentali in cui mi ero rinchiusa. Avevo iniziato a soffrirne due anni fa, all’inizio ne ero terrorizzata. Avevo cominciato anche una cura farmacologica. Poi un giorno queste parole mi hanno illuminato: è difficile essere semplici, ma quando si comprende che tagliando i pensieri legati alla ricerca delle cause e dei perché e focalizzandosi su ciò che accade di giorno in giorno, la prospettiva cambia, ci predisponiamo al benessere, che sorge insieme al sole ogni giorno. Mi sono decisa a stare nelle piccole cose di ogni giorno e ad assaporare ogni singolo momento, senza aspettarmi niente. Non dovevo sospendere la mia vita in attesa di stare meglio, ma semplicemente vivere! Ora sento che scorre in me una grande vitalità, mi sta tornando la voglia di vivere!".

Quando arriva l’attacco di panico, prova a parlare con "lui"

Per far sì che, un po’ alla volta, il disagio ceda il posto al benessere bisogna accoglierlo, non combatterlo. È inutile cercare di riaffermare il controllo, il panico è comunque troppo forte ed è anche lui una parte di te che pretende ascolto. Al contrario devi farti da parte e lasciare che prenda posto. Quando senti arrivare l’attacco siediti e chiedi al tuo panico: "Vieni pure: cosa vuoi che faccia? Dove vuoi portarmi?". Se lo lasci accomodare smorzi l’ansia anticipatoria e riduci di molto la sensazione di pericolo. In questo modo sarà più facile, piano piano, esprimere nella tua vita i lati che hai “compresso” troppo e che ora vogliono riemergere. In fondo il disagio non è altro che una spinta interna che ci invita a realizzare sempre di più quello che siamo.