Fare la lotta serve alla crescita
Vita in famiglia

Fare la lotta serve alla crescita

I bambini esplorano l’ambiente e interagiscono con gli altri anche attraverso l’aggressività, che in tanti casi è solo un gioco: ecco cosa fare per non preoccuparsi troppo

Intorno ai 3 anni ogni bambino mostra, quasi improvvisamente, una componente di “aggressività” che spesso lascia spiazzati i genitori. Ebbene, non c’è nulla di cui preoccuparsi perché questo comportamento rientra nella normale fase di crescita ed è presente in ogni tappa evolutiva almeno fino ai 6 anni. Certo ciò che più preoccupa è la tendenza del bimbo a voler prevalere sul gruppo o sul “rivale”, ma questo atteggiamento nasce dal fatto che non è ancora capace di giocare secondo le regole e di confrontarsi con i coetanei. Quello che molti non sanno, invece, è che questa aggressività è funzionale a esplorare l’ambiente circostante, ad acquisire autonomia dai genitori, a sperimentare il rapporto con gli altri. A noi adulti piacerebbe che giocassero imparando a condividere gli spazi, i giochi, ci piacerebbe che avessero già una chiara comprensione delle regole e dei ruoli ma questo è un punto di arrivo il gioco è indispensabile per fare maturare quelle zone del cervello che poi da adulti permettono di vivere in mezzo agli altri.

La lotta è un gioco a tutti gli effetti

I giochi, in particolare quelli che prevedono contemporaneamente il contatto e il movimento, come la lotta, sono uno dei modi per sviluppare abilità motorie e cognitive e per usare la creatività. È inoltre un’attività che libera da tensioni nervose e permette di scaricare emozioni forti come la paura, la rabbia, l’ansia, la gioia. Attraverso questo specifico gioco, fatto con un suo pari, il bambino misura le sue capacità, mette alla prova la sua forza fisica, stabilisce una relazione e migliora l’equilibrio motorio.

Non hai niente da temere, anzi ogni tanto unisciti al gioco

Cos’è che ci spaventa tanto quando i piccoli mettono in scena giochi in cui è presente una componente “aggressiva”? Uno dei primi pensieri è quello che se il proprio bambino gioca in questo modo, litiga facilmente o fa spesso la lotta, da grande potrà sviluppare un carattere violento: al contrario è solo in questo modo che i bambini (esattamente come avviene per i cuccioli di mammiferi) imparano a dosare la propria aggressività, a controllarla e ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni.

Lascia che si misuri con l’aggressività

Un bambino che ha potuto sperimentare la propria forza e i propri limiti nel gioco di lotta impara a utilizzare la propria aggressività solo quando è realmente necessaria e non in modo gratuito o distruttivo.

Se lo blocchi si trasforma in rabbia

Se intervieni troppo il bambino sviluppa rabbia e frustrazione che rischiano di amplificare l’aggressività: così il piccolo appare sempre più aggressivo e l’adulto si trova sempre più costretto a intervenire o del tutto “paralizzato” dai comportamenti “eccessivi” del lottatore.

Fai la lotta con lui o lei

Combatti il timore di crescere un bambino violento e impara a giocare con lui facendoti coinvolgere. I bambini conoscono la differenza tra realtà e finzione e sono loro a ricordarci che quello che stanno facendo è un gioco: “Guarda che ti ho ferito per finta, alzati, non sei morto veramente!”.

 

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