Così piccolo dice già le parolacce? Ecco perché
Vita in famiglia

Così piccolo dice già le parolacce? Ecco perché

I bambini attorno ai due anni assorbono tutto quel che sentono, non valutano e lo "ripropongono” come fosse un gioco: per questo opporsi serve a poco

I bimbi, in tenera età, sono molto sensibili e pronti a cogliere gli stimoli ambientali. Ciò rende comprensibile la preoccupazione dei genitori che i figli acquisiscano troppo presto modi e comportamenti “scorretti”, come ad esempio le parolacce. Ciò premesso, è vero anche che, nei primissimi anni di vita, sono soprattutto mamma e papà i modelli di riferimento più significativi. Sono i loro modi di dire e di fare, le loro conferme e le loro disapprovazioni che guidano i bambini nell’acquisizione di uno stile di comportamento. Di certo, prima di ricorrere alle “punizioni”  è necessario che i genitori concordino uno stile educativo condiviso con cui sostenere lo sviluppo, anche linguistico dei loro piccoli. Quando i genitori adottano comunemente un linguaggio verbale e non verbale rispettoso e sereno, i bambini sono in grado di orientarsi e di “scegliere” un vocabolario consono alle modalità proposte da mamma e papà.

Ciò che sentono, ripetono
È importante ricordarsi però che, nel periodo in cui il bambino comincia ad acquisire il linguaggio, pronuncia tutte le parole indifferentemente, con il piacere e l’impegno di esercitarsi a parlare.Sarà allora l’atteggiamento degli adulti, il loro compiacimento, le loro risate, la frequenza con cui propongono alcuni suoni, a rinforzare nel bambino l’utilizzo di un vocabolo piuttosto che di un altro. Solo successivamente, a partire dai tre anni e oltre, pronunciare questi “suoni” assumerà un significato particolare e il bambino, aiutato dagli adulti, potrà essere in grado di cominciare a operare una distinzione tra buono e cattivo e quindi tra parola e parolaccia.

Attenti alla "fase del no"
Intorno ai due/tre anni di età i bambini, che non sono ancora in grado di attribuire al comportamento un carattere “morale”, di fronte ai “no” degli adulti, possono addirittura rispondere incrementando gli atteggiamenti oppositivi e di provocazione e quindi le parolacce. La fase del “no”, che stimola in loro il desiderio di opporsi agli adulti, serve del resto per misurarsi e sperimentare i primi passi dell’auto-affermazione e dell’autonomia. L'unica strada utile in questi casi è quella di costruire un’alleanza educativa con fra mamma e papà, perché l’esempio dell’adulto resta sempre il principale metodo educativo. In parole povere, evitiamo di dirle…noi stessi! Per un bambino, non c’è niente che disorienti di più del divieto nei confronti di qualcosa che i genitori stessi fanno.            

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