Se il papà è spesso via
Vita in famiglia

Se il papà è spesso via

Alcuni padri, per motivi legati al lavoro, devono rimanere lontano dalla famiglia per più giorni; cosa fare perché i figli lo vivano in modo sereno.

Fino ad un passato relativamente recente i figli erano cresciuti dalle madri, o per lo meno, da un gruppo di donne: i padri erano lontani, a volte in guerra, comunque poco presenti. In altri casi erano espatriati a lavorare, rientrando in Italia una volta ogni 2-3 anni. I figli erano quindi abituati  a questa assenza e crescevano lo stesso. Oggi, i motivi per cui un genitore può stare lontano da casa, per qualche giorno, per l’intera settimana o per periodi più lunghi sono perlopiù legati alla professione. Il rischio cui ci si espone, se questo evento non è vissuto e integrato nello stile familiare come naturale, è di drammatizzare qualcosa che non è per forza un problema. Tanto più enfatizziamo la cosa, tantopiù la faremo notare. Ecco come evitarlo

La relazione padre-figlio non richiede una presenza costante

Il problema nasce quando a guidarci è il seguente pensiero, ovvero che la lontananza, o l’assenza, concorra a determinare una cattiva relazione tra genitore e bambino. I bimbi con i papà stabiliscono un rapporto più o meno buono, in funzione di ciò che gli si dice e di come gli vengono poste le questioni che riguardano loro e la vita in famiglia. Non è la presenza costante, che può essere distratta e superficiale, a garantire una relazione salda e sicura tra piccoli e grandi; e l’esperienza ce lo conferma. Un buon rapporto, si crea, si nutre e si mantiene nel rispetto della personalità di ognuno e dei comportamenti che quotidianamente mettiamo in campo. Ecco perché l’elemento fondamentale perché tutto funzioni al meglio è che ogni scelta, anche quella che richiede un sacrificio, sia frutto di un ascolto di sé e di un’esigenza autentica che venga condivisa, con serenità, da tutti. Così gli “effetti collaterali” saranno davvero ridotti al minimo.

Attenzione al momento del distacco

È compito dell’adulto favorire un clima rilassato anche, e soprattutto, in prossimità della partenza. La regola d’oro è che più il nostro piccolo ci vede e ci sente tranquilli più lui si sente sicuro. Sarà questo a renderlo forte e consapevole del fatto che saremo insieme, sempre, anche se non fisicamente. Per questo motivo, evitiamo di contare le ore, prima, e i minuti, poi, che mancano all’allontanamento, riduciamo al minimo i saluti, raccomandazioni e i tentennamenti sulla porta.

Perché ritrovarsi sia una gioia

- Creare nuove forme di contatto

Per i bimbi piccoli può essere un saluto al telefono: la voce è un ottimo balsamo per colmare il senso di mancanza. Per i più grandicelli può essere sufficiente un messaggio con il cellulare, una mail per raccontare qualche episodio della giornata e favorire l’attesa e la sorpres al controllo della posta oppure, per i più tecnologici, connettersi quando si avverte l’esigenza di dare e ricevere un abbraccio, anche se virtuale.

- Al rientro… festa!

Si esce, si preparano cibi speciali, si organizza qualcosa di insolito, si gioca se lo si desidera: quello che conta è che, in fondo, “ogni scusa è buona” per passare qualche ora insieme. Il messaggio di fondo è: un pomeriggio passato “bene” insieme vale più di mille giorni noiosi e vuoti.

L’errore da evitare: nessuna forzatura!

Quando il papà non è a casa, la vita procede regolarmente con impegni e interessi che prendono forma. Per questo non insistete con i bambini perché, al suo ritorno, passino del tempo con lui se, magari, in quel momento hanno interesse  fare altro o, nel caso dei più grandi, hanno già organizzato il proprio tempo libero diversamente. Si rischierebbe di ottenere effetti controproducenti, rendendo il papà una figura ingombrante e scomoda. Anche se abbiamo l’impressione di avere tutto sotto controllo, è possibile incontrare qualche imprevisto o commettere qualche errore. Silenzi, musi lunghi, indifferenza e malumori sono i segnali che qualcosa non va e che i piccoli, probabilmente, si sentono trascurati.

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