La seconda parola dopo mamma: No!
Vita in famiglia

La seconda parola dopo mamma: No!

La usa a già a due anni per vedere gli effetti che crea. in pratica è una dichiarazione di indipendenza: da noi vuole più libertà ma anche le giuste regole

Esiste una vera e propria “fase del no”

NO, NO, e poi NO! Non voglio far questo e neppure quello! È questa la risposta frequente che il bambino, intorno ai due anni, comincia a dare a mamma e papà. Un’affermazione di personalità che gli esperti riconducono ad una vera e propria “fase dei no”, quando i bambini sono alle prese con il sano desiderio di poter esprimere il proprio parere sulle cose. 

Come spiegò il grande pedagogista Piaget, i bambini  a quell’età entrano in una fase di egocentrismo. Dai due ai sei anni di vita tendono a considrare tutto ciò che di buono viene dall’esterno come un “regalo” che essi fanno a loro stessi  poiché le differenze tra il sé e l’altro rimangono ancora sommarie. Di contro, richieste e divieti sono vissuti come ingiustizie. Non c’è verso di convincerli, per esempio, che bisogna tornare a casa dai giardinetti perché è tardi, che la caramella non si può mangiare appena prima di sedersi a tavola. I No duri del bambino sono anche un modo diretto per prendere le distanze dalle interferenze degli adulti, una forma di difesa del proprio mondo interiore.

Qual è il vero motivo dei no?

  • Dietro un NO possiamo leggere l’intero mondo emotivo del bambino: “Non mi sento sicuro, mamma spiegati meglio, sto facendo esperienza, ho bisogno di te, voglio il mio spazio…”. 
  • Il NO è uno dei mezzi che il bambino ha a disposizione per suscitare delle reazioni nel genitore, per coinvolgerci.
  • I NO di nostro figlio devono rappresentare l’inizio del dialogo con lui, non la fine. Quando ci dice no, quindi, facciamogli delle domande, cerchiamo di comprendere…

Come farsi ascoltare

  • Pochi NO su una base di Sì
    I messaggi positivi che gli lanciamo nella giornata dovrebbero essere sempre superiori a quelli negativi. Insomma pochi no su una base di sì come raccomandava lo psicoanalista Winnicott. Le regole sono importanti ma non si può continuare a dire al bambino di non fare questo e non fare quello! Un atteggiamento di limitazione costante rischia di innescare una lotta senza fine con il risultato che anche lui, visto che i bambini imitano i genitori, si sentirà autorizzato a dire No a tutto…
     
  • Interpreta il messaggio in codice
    Non prendiamo alla lettera i no dei nostri bambini, traducendoli immediatamente in: è arrabbiato, è ribelle, è disobbediente. Scopriamo gli altri significati che si nascondono dietro le loro parole: forse ci stanno chiedendo più tempo o forse stanno esprimendo un loro desiderio profondo. Ci stanno dicendo che sono spaventati, infastiditi o che vogliono andare via perché il posto è noioso... È la loro strategia, in fondo semplice e immediata, per richiamare la nostra attenzione su un loro disagio o un loro bisogno.
     
  • L’autonomia che nasce dai limiti
    Il bambino oppositivo spesso chiede come risposta al suo gioco di sfida un limite che lui interpreta come segnale di attenzione da parte del genitore: “Tu esisti per me!”. Lo aiuta a dare una risposta realistica ai suoi desideri e un domani a porsi con i piedi per terra nella vita, dando il giusto valore a quello che sente. Come dice Manuela Trinci nel libro “Microbi”: “Ai bambini non serve solo giocare con cose morbide, sanno apprezzare i sassi, i bastoni e il pavimento duro. Qualche volta amano anche sentirsene dire quattro tanto quanto essere coccolati”.
     

Un esempio: non si vuole vestire

Avvisiamola per tempo

Era assonnata sul tappeto a giocare con i pupazzi. L’abbiamo avvisata in tempo? Per i bambini i cambi di situazione comportano piccoli shock emotivi e devono essere accompagnati nei passaggi. 

Il suggerimento: la frase giusta da dirgli in questo caso sarebbe stata: “Giulia ora giochi ancora un poco, poi la mamma ti chiama per andarci a vestire”.

Diamole una buona e semplice ragione

Noi sappiamo perché le stiamo chiedendo una certa cosa, ma lei no. Non capisce perché deve interrompere quel gioco che le piace tanto… Oppure oggi è più stanca. Forse vuole prima terminare quello che stava facendo...

Il suggerimento: Una frase che la può aiutare è: “Dobbiamo uscire per andare a comprare il latte che ti piace tanto. Dopo, se c’è tempo, passiamo dal parco…”. Proviamo poi a usare un tono allegro e una battuta per farle cambiare idea: “Chissà dove si è nascosto il signor sì, andiamo a cercarlo”.

Lasciamole scegliere fra due “sì”

“No, no, quel maglioncino non lo voglio, non mi piace!”, grida Giulia piagnucolando. Non vuole mettersi il maglioncino a righe? è un problema di potere. Perché proprio quello e non quello rosa? 

Il suggerimento: In questo caso, visto che si tratta di piccole scelte e lei ha le idee chiare, non impuntiamoci ma offriamole un’alternativa: “Scegli tra questi due maglioncini, ma poi si va”.

TAG
BAMBINI
BAMBINO
ASCOLTARE
EDUCAZIONE
APPROFONDISCI
La via dell'anima
La via dell'anima

Dall'alchimia alla psicoterapia le sue leggi misteriose ci guidano a ritrovare noi stessi

Iscriviti alla newsletter RIZA e ricevi notizie e suggerimenti per prenderti cura di te!
Test della settimana
Test della settimana
Quanto sei ansioso?