Compiti delle vacanze, affrontiamoli così

Compiti delle vacanze, affrontiamoli così

Per alcuni non servono, altri pensano che siano importanti, in ogni caso i compiti delle vacanze ci sono e occorre aiutare i nostri figli a farli: ecco qualche suggerimento

Genitori e studenti si lamentano spesso dell’eccessivo carico di esercizi che porta i ragazzi a svolgerli in modo frettoloso e superficiale. Chi pensa che vengano assegnati troppi compiti sostiene che durante la pausa estiva sarebbe più educativo approfondire quanto imparato con visite ai musei, viaggi, letture a piacere e altre attività, occasioni di crescita non solo culturale, che incrementino la curiosità e l’entusiasmo dei ragazzi e trasmettano loro la voglia di imparare. Gli insegnanti, d’altro canto, ribadiscono l’importanza di questo strumento per consolidare le conoscenze apprese: i compiti aiutano a mantenere in allenamento non solo la memoria ma anche l’autocontrollo e la disciplina, insegnando che l’impegno e la costanza sono fondamentali per il raggiungimento di un obiettivo. Allora, in questo annoso dibattito, qual è la strategia più adeguata? 

La strategia giusta

Adottare un atteggiamento favorevole verso l’apprendimento e la curiosità aiuterà i piccoli studenti non solo a trovare interessante ciò che studiano ma anche ad approfondire quanto letto. E così, la fatica di studiare una pagina di scienze può essere ammorbidita da una visita al museo di storia naturale o da un tuffo in mare con la maschera. Cerchiamo di non irrigidire l’apprendimento in comparti separati e nutriremo la loro naturale voglia di scoprire e imparare!

Farli un po’ ogni giorno e mai nei week end

L’impegno scolastico che tuo figlio dovrà sostenere varierà nel corso del tempo e questo ti permetterà di crescere con lui e imparare a gestire le difficoltà gradualmente. È molto importante che fin dall’inizio delle scuole primarie e durante l’intero anno scolastico si gestisca il momento dei compiti con costanza e metodo, affiancando i piccoli studenti e cercando di motivarli e incuriosirli. Imparare a studiare autonomamente è il punto di arrivo di un percorso complesso che coinvolge tutti, piccoli e adulti. Ricordiamoci che i figli imparano dai genitori e se noi per primi dimostriamo disinteresse e critiche nei confronti dei compiti sarà più difficile sostenere con loro l’importanza dello studio.

Alle elementari occorre organizzazione e fiducia nelle sue capacità

- Prepara un calendario; conta i giorni effettivi di studio che avrà a disposizione, escludendo dal conteggio sabato e domenica, e suddividi il carico. Fallo insieme a tuo figlio in modo che si senta partecipe e capisca il motivo di dover svolgere gli esercizi ogni giorno.

- Scegli il momento giusto per lo studio: quello migliore da dedicare ai compiti e alla lettura è uno “spazio” tranquillo della giornata in cui il piccolo ha una discreta energia e tu sei rilassata.
- Stimolalo infondendogli sicurezza nelle sue capacità: la lettera, la sillaba o la semplice addizione, richiede un grande sforzo per lui, per questo non farti scappare frasi come: “ma come non capisci? È così facile!”. Riconosci la sua fatica e incoraggialo.

Alle medie: è tempo che tuo figlio diventi autonomo

- Il carico dei compiti aumenta: favorisci la sua graduale necessità di autonomia e limitati a controllare gli esercizi solo quando li ha fatti. E attenta a non cadere nella trappola: tuo figlio sta crescendo e metterà sempre più in discussione le regole stabilite.

- Ascolta le esigenze di tuo figlio: concordate insieme un programma di studio che dovrà, poi, rispettare. Sostienilo di più nelle materie in cui si sente in difficoltà e lascia che faccia da solo in quelle in cui si sente sicuro. Dargli fiducia è importante e lo aiuterà a sentirsi più responsabile.

- Quando si studia nessuna distrazione: cellulari, Internet e social network off-limits mentre fa i compiti. Il rischio è allungare il tempo necessario per svolgere gli esercizi concordati dilatando a tutto il pomeriggio ciò che può essere fatto in un’ora.

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