All'aria aperta anche col freddo!
Crescita e sviluppo

All'aria aperta anche col freddo!

I piccoli vanno portati fuori spesso, senza far passare troppo tempo dalla nascita: il contatto con l’esterno è salutare, a patto di seguire alcune regole

Nella bella stagione, ma anche in primavera, estate e autunno, il neonato deve essere portato fuori subito, appena nato. Qualche giorno di attesa, al massimo una settimana, può essere osservato in pieno inverno, più che altro per organizzarsi, ma senza rimandare troppo: scegliendo le ore più calde e i posti più soleggiati in una bella giornata il bebè può uscire subito anche in inverno. Una volta stabilito questo piacevole appuntamento, la passeggiata può essere fatta tutti i giorni, compatibilmente con le condizioni di salute e con le disponibilità di tempo della neomamma. In altre parole, se il giretto, per quel giorno, è difficile da organizzare, meglio rinunciare: aprite una finestra e lasciate che i raggi del sole accarezzino il bambino e che entri in casa un po’ di aria fresca. 

Non teme il freddo ma gli sbalzi
Il timore del freddo obbliga molti bambini a trascorrere tutto un lungo inverno segregati in casa, a respirare l’aria viziata di ambienti che non vengono mai aperti, appunto perché “entra il freddo”. Il bambino deve uscire sempre, anche in inverno, il più possibile. Anche con la pioggia, con la neve, con la nebbia, con la temperatura sotto zero! Il bimbo piccolo non teme le basse temperature quanto i repentini e improvvisi sbalzi. Ecco perché è preferibile evitare la passeggiata nelle giornate di forte vento. E ricordate sempre che un bimbo può e deve stare “fuori” per tutto il tempo che serve alla mamma, anche per fare le spese.

Vestili come fai….con te stessa!
Se la mamma per proteggersi dal freddo si mette il cappello, è giusto che lo faccia indossare anche al bimbo, ma solo in questo caso. Le sensazioni e le reazioni relative alla temperatura sono le stesse per grandi e piccini. Se il termometro è sotto zero per i genitori lo è anche per il bambino e se segna 30 gradi li segna per entrambi. Coprire troppo i bambini significa tormentarli, ma purtroppo il piccolo non è in grado di ribellarsi a questi eccessi di attenzione. Coprite i vostri figli con vestiti dello stesso “peso” dei vostri.

Auto, treno o aereo: i bimbi possono viaggiare fin da piccoli
Il mezzo deve essere scelto in rapporto al tempo di percorrenza. Il lattante nei primi mesi di vita viaggia molto volentieri in auto: in genere, si addormenta subito e dorme tranquillo per tutto il tempo, se si tratta di un percorso di due o tre ore. Nei primi due o tre mesi di vita il viaggio ideale non dovrebbe durare più di 3 o 4 ore, cioè l’intervallo della poppata. Questo, però, essenzialmente per motivi organizzativi e soprattutto se il bambino non è allattato al seno. In ogni caso, per viaggi lunghi bisogna attrezzarsi con giuste quantità di ricambi, sufficienti scorte alimentari e, soprattutto se si viaggia in piena estate, con scorte di liquidi: acqua, tè, camomilla da somministrare per prevenire, in caso di imprevisti, disidratazione e colpi di calore. Il bambino nei primi due, tre anni, in genere, non soffre di mal d’auto; crescendo, questo disturbo si può manifestare con pallore, nausea, vomito, sudorazione fredda, mal di testa.

Se per i viaggi fino a 300 km è meglio l’auto
Oltre questo chilometraggio, è preferibile, il treno o l’aereo. Il treno consente ai più grandicelli di muoversi e di distrarsi, mentre per i più piccoli valgono le stesse osservazioni fatte per i viaggi in auto. Il lattante in aereo non ha nessun problema: l’aria condizionata, la temperatura costante creano un ambiente soddisfacente. L’unico piccolo inconveniente è dovuto a un lieve mal d’orecchio che talvolta compare in fase di atterraggio. Per evitare o diminuire il fastidio, si può attaccare il bambino al seno o offrirgli il ciuccio. Appena a terra il piccolo ritorna a stare bene.

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