Animaletti: niente paura
Crescita e sviluppo

Animaletti: niente paura

Ragni, zanzare, lumache: come insegnare ai nostri figli a tenersi alla larga dai pericoli, senza sviluppare fobie mantenendo la curiosità per il mondo animale

L’estate è la stagione in cui i bambini entrano più facilmente in contatto con api, lucertole, bisce d'acqua, scarafaggi, ragni… Può essere la prima volta che li vedono e la spontanea curiosità infantile li induce ai comportamenti più svariati: cercare di prenderli in mano o spaventarsi per il loro aspetto. La reazione degli adulti è fondamentale: se i bambini si accorgono che questi animali vengono considerati “repellenti”, orribili, causa di pericoli, tenderanno a classificarli come tali. Alcune fobie verso insetti, ragni o altro nascono così, dall’aver assorbito gli atteggiamenti di un adulto. Queste fobie, cioè paure sproporzionate rispetto all’evento, oltre a necessitare di veri interventi psicoterapeutici per scomparire, sopprimono la naturale curiosità dei bambini e precludono la possibilità di un rapporto col mondo animale che è invece fonte di conoscenza, esplorazione, amicizia.

La difesa è conoscenza

Un eccesso di difesa, di ribrezzo, di paura non solo è inutile, ma può indurre a reazioni scomposte e dunque pericolose. Spieghiamo i vari comportamenti degli animali ai nostri figli, sarà una meravigliosa lezione di scienze dal vivo, utile in concreto. Per esempio, se un bambino è terrorizzato dalle api, può agitarsi, scacciarle con le mani ed esporsi al pericolo di essere punto. Se però è informato del fatto che l’ape non è mai aggressiva in modo gratuito, ma punge solo per estrema difesa perché, dopo averlo fatto e aver ceduto il suo pungiglione, è destinata a morire, saprà che la cosa migliore da fare è rimanere immobile, non disturbarla e aspettare che se ne vada, da sola.

E se lo schiaccia?

Alcuni bambini, grandicelli, possono avere un atteggiamento aggressivo: tentano di eliminare l’animaletto. È un comportamento naturale nell’infanzia, che non segnala alcun sadismo preoccupante. Raccontategli la vita di quell’animale e la sua funzione all’interno dell’ecosistema, imparerà ad aver rispetto anche della sua vita.

Api, calabroni, vespe: saper affrontare l’imprevisto

Un’occasione da cogliere nel contatto estivo con gli animali è quella di insegnare ai bambini a non aver paura di ciò che compare all’improvviso, come api, calabroni, uccellini che arrivano in volo. Sul piano simbolico rappresentano lo sconosciuto che si avvicina per farci del male. Segnalarli al piccolo quando sono ancora a distanza di sicurezza, raccontando cosa stanno facendo (raccolgono il polline, catturano altri insetti) lo aiuta a percepire il brulicare di vita dell’ambiente come naturale e non minaccioso.

Lumache, vermetti e ragni: in un corpo non c’è niente di brutto

Ci sono animaletti che suscitano un senso di ribrezzo perché strisciano, sono viscidi o pelosi. Ci ricordano le parti meno attraenti della Natura che però sono presenti ovunque, anche nel nostro corpo. Pensiamo al muco, alle secrezioni, alla saliva. Accettare la loro esistenza, riconoscere la funzione che hanno questi elementi, utili quanto quelli più attraenti, significa instaurare un buon rapporto con il proprio corpo, nel quale non c’è niente di così brutto da doverlo nascondere. 

Molte inibizioni e complessi di inferiorità, nascono proprio dalla mancata accettazione di alcune parti di sé. Approfittiamo dell’occasione che ci viene offerta da questo tipo di animali per avviare i nostri figli, fin da piccoli, a guardare con serenità il mondo e ad accettare il “brutto” e il “bello”. La proposta è quella di sfogliare insieme un libro, di fare una ricerca su internet sulla vita di questo tipo di animali, guardare un dvd. Con un’osservazione ravvicinata si scoprono le loro geniali capacità di adattamento all’ambiente, di mimesi, gli espedienti messi in atto per riprodursi. Tutto ciò attenua, fino a farlo scomparire, il senso di ribrezzo, mentre evidenzia l’armonia e l’intelligenza della Natura.

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