La rabbia gli serve: insegnagli ad esprimerla
Crescita e sviluppo

La rabbia gli serve: insegnagli ad esprimerla

È un istinto, una forza spontanea con la quale un bambino si "rivela"; avere un buon rapporto con la rabbia è fondamentale per crescere: come insegnarglielo

Amato, servito e riverito, quali motivi avrà mai un bambino per esplodere in attacchi di collera, sorprendenti quanto apparentemente immotivati? È una domanda che mamme e papà si pongono spesso senza trovare una risposta adeguata. La rabbia dei bambini allarma, sorprende, imbarazza, angoscia. Di fronte alla rabbia del bambino spesso noi genitori dobbiamo gestire e contenere non solo le sue reazioni ma anche le nostre: le sue intemperanze in noi risvegliano insofferenza, nervosismo, impotenza, in poche parole altra rabbia e un senso di smarrimento. L’importante è non lasciarlo mai solo in balia di ciò che sente, perché un bambino, a differenza dell’adulto, ha meno strumenti per controllare o esprimere in forma adeguata le sue emozioni.

La rabbia è un’alleata perché

È una forma di autoaffermazione

Che si ribelli, in modo anche esagerato, è la prova che tiene a se stesso e non sopporta di subire. Se ben incanalata, lo può aiutare a farsi rispettare, a non cedere ai soprusi e alle umiliazioni.

È un modo per chiedere aiuto

La rabbia è il suo strumento di difesa. Se lui non andasse in collera quando ritiene di aver subito un sopruso, non darebbe un segnale della sua sofferenza e tu non ti accorgeresti di nulla.

È uno strumento per saggiare i suoi limiti

Attraverso le prove di forza con i genitori, il bambino capisce i suoi limiti e, dando sfogo all’aggressività, prende coscienza di quanto danno può fare agli altri.

È una richiesta di amore

Quando il bambino diventa improvvisamente aggressivo, il messaggio che sta mandando è il seguente: “Non sento di avere valore per le persone per cui vorrei averne. Mi sento sbagliato, escluso o di troppo”. Messaggio che non va ignorato o represso ma accolto, altrimenti l’aggressività rischia di crescere fino a esplodere in modo vulcanico.

Lasciala espandere e si spegnerà da sola

Che fare? prenderlo con le buone o assumere una posizione di forza? Dipende, ma una cosa è certa: se accettiamo noi per primi le sue emozioni, imparerà ad accettarle anche lui. Quel che i genitori possono fare è insegnare al bambino a elaborare strategie per incanalare meglio la collera e disinnescare da soli le risposte negative di questa potente emozione fin dalla più tenera età. Come? Innanzitutto, mettendosi in ascolto delle sensazioni del piccolo, dando loro un senso, volendo anche un nome. Così facendo lo aiutiamo a sviluppare la sua intelligenza emotiva. Poi bisogna anche proporre al bambino modi alternativi per ottenere ciò che vuole imparando a tollerare le frustrazioni. E infine, in alcuni casi, occorre anche contenere gli eccessi incontrollati con delle regole che comunicano a nostro figlio sicurezza. Il cervello del bambino, soprattutto nella prima infanzia, ha una notevole capacità di adattarsi e di apprendere. Sarà più facile di quanto non pensiamo!

Cosa fare

Manteniamo la calma

In pratica contieni il bambino in un luogo sicuro mentre sfoga la rabbia, senza rimproverarlo o urlargli contro, ma attendi con pazienza che si calmi da solo.
Vantaggio: vedere che non ci irritiamo aiuta a sdrammatizzare la situazione e lo tranquillizza immediatamente.

Avviciniamoci a lui

Avvicinarsi a lui lo rassicura. Inutile, però chiedergli il perché della sua rabbia specie se è molto piccolo: non saprà dircelo. Meglio usare una frase del tipo “so che sei arrabbiato, andiamo in cameretta a calmarci un po’?
Vantaggio: lui si sentirà rassicurato dalla nostra presenza e capito.

Insegniamogli altri modi

Quando urli così, la mamma fa più fatica a capire cosa dici, la prossima volta proviamo a non gridare?”. Poi rassicuriamolo: “Vieni qui che la mamma ti dà un bel bacione…”.
Vantaggio: a volte è il modo più veloce di calmarlo.

Sbollita la rabbia, ne riparliamo

Una volta sbollita la rabbia si può chiedere al bambino cos’è che lo ha turbato a quel punto: “Ora dici alla mamma perché ti sei arrabbiato in quel modo?”.
Vantaggio: lo aiuta a riflettere e a conoscersi meglio.

Gli errori da evitare

Arrabbiarsi più di lui

È umano ma rischia di ritorcersi contro di noi; prendi fiato, conta fino a 10 e  cerca di controllare queste reazioni: metterle in atto vuol dire gettare benzina sul fuoco. Ti metti sul suo stesso piano perdendo di autorevolezza e rinfocoli la sua aggressività senza aiutarlo.

Soffocare l’emozione

Più la reprimi, più l’amplifichi e le dai importanza. Meglio lasciarlo sfogare: come tutte le cose umane, anche la rabbia dei bambini ha sempre un inizio, uno sviluppo e una fine.

Cercare di farlo ragionare

Troppe parole rischiano di non far arrivare al bambino l’unico messaggio importante: “ci sono cose che non si fanno, picchiare i compagni è una di queste. Punto e basta”.

Punirlo severamente

Perdi la tua credibilità e non fai altro che rinforzare i comportamenti che intendi sradicare.

Prenderlo in giro

In questo modo si sentirà incompreso, provocato e umiliato anche dalle persone da cui si aspetta rispetto.

Linea dura solo se...

Ci sono situazioni nelle quali la rabbia del bambino sfocia in vere e proprie crisi nelle quali rischia di perdere il controllo e di farsi del male. In questi casi la cosa più importante è fare sentire al bambino che, se lui non è capace di tenere a bada ciò che lo fa infuriare, noi sappiamo farlo per lui. Occorrerà intervenire in modo deciso, lasciando i discorsi a quando la tempesta sarà passata. Lo stesso tipo di intervento risulterà efficace anche se abbiamo a che fare con un bambino dalla personalità molto forte, tendenzialmente impulsivo e focoso. In questo caso mantenere una linea coerente e tenergli testa è molto importante.

Bloccalo fisicamente

Quando un bambino è travolto da un impeto d’ira, sente di non riuscire a controllarsi. Il fatto di essere bloccato con fermezza viene da lui interpretato come un segno che ci si preoccupa di lui.
Vantaggio: gli offre confini protettivi soprattutto quando diventa fisicamente aggressivo (dà pugni, calci, non riesce a stare fermo).

Usa un tono fermo senza urlare

Se fa i capricci o è aggressivo, l’unica cosa che funziona è dargli uno stop fermo con il tono della voce pacato ma inflessibile. Il messaggio è: “Non ci sono spazi di trattativa. Questo non si fa, punto”. Vantaggio: lo rassicura, lo aiuta a confrontarsi con la frustrazione e ad accettare l’autorità.

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