Bullismo: cosa devono sapere i genitori
Crescita e sviluppo

Bullismo: cosa devono sapere i genitori

Il bullismo è una piaga sempre più diffusa fra i bambini e gli adolescenti: esistono delle indicazioni pratiche utili genitori per prevenire il fenomeno bullismo e stroncarlo sul nascere

Il bullismo: una definizione

Con il termine bullismo si indica tutta la serie di comportamenti caratterizzati da intenti violenti, vessatori e persecutori, manifestati da bambini e adolescenti nei confronti di loro coetanei, ma non solo. Il bullismo sembra essere una delle spie del malessere sociale dei nostri tempi, sinonimo di un disagio relazionale che si manifesta fra i più giovani Il bullismo non è circoscritto a nessuna categoria sociale, ma è un fenomeno trasversale.

Bullismo: un problema dei nostri tempi

In questi ultimi anni ci siamo trovati di fronte a un considerevole incremento di casi di bullismo, riportati dalla cronaca e amplificati dalla tv. Questi gravi episodi vengono perpetrati sia all'interno delle mura scolastiche che al suo esterno e le vittime sono altri bambini o adolescenti. A volte il bullismo può evolvere verso forme di violenza particolarmente gravi, veri e propri atti di ferocia fino alla violenza sessuale. Tutto ciò rappresenta solo la punta di un iceberg, in quanto le percentuali relative alla frequenza del fenomeno bullismo, nel contesto nazionale, raggiungono cifre allarmanti, soprattutto per quello che concerne le scuole primarie di I grado.

Bullismo: la miglior cura è la prevenzione

L'attenzione, verso questa espressione di disagio giovanile nasce dal timore che il bullismo possa aggravarsi con l'età, manifestandosi con enfasi sempre maggiore anche in età adulta sia in ambito sociale, sia familiare e lavorativo, sfociando in "nuove forme" di disagio, quali il mobbing o lo stalking. in un'ottica preventiva è quindi indispensabile imparare a conoscere bene il fenomeno bullismo e farlo conoscere affinché ci si possa impegnare tutti (geniutori e istituzioni )a smantellare una "cultura della violenza e della sopraffazione"  che è alla radice del bullismo.

Conoscere il fenomeno: quando non è bullismo

  • Non è bullismo un singolo episodio di angheria tra studenti. Per essere considerato un atto di bullismo deve instaurarsi una relazione che,cronicizzandosi, crei dei ruoli definiti.
  • Non è bullismo quando due compagni, che hanno la stessa forza fisica o psicologica, litigano o discutono. Per essere considerato un atto di bullismo deve esserci sempre un'asimmetria nella relazione.
  • Una normale situazione di litigio tra pari ha le seguenti caratteristiche:
  • non si supera mai un certo limite;
  • si spiega il perché si è in disaccordo;
  • si prova a trovare soluzioni;
  • si è in grado di allontanarsi se troppo arrabbiati;
  • si è in grado di chiedere scusa.
  • Non è bullismo se due ragazzi si prendono in giro vicendevolmente, ridono e si divertono insieme, bensì è uno scherzo e un gioco.
  • Non è bullismo se alcuni ragazzi entrano di notte nella loro scuola, la allagano, la danneggiano o portano via delle cose, ma è vandalismo perché la violenza è rivolta a cose e oggetti.

Quando è bullismo

  • Bullismo è schernire e isolare sistematicamente ragazzi ritenuti deboli da parte di un singolo bullo o di un gruppo
  • Bullismo è, anche, offendere e isolare ragazzi appartenenti a minoranze etniche, ragazzi omosessuali, ragazzi diversamente abili.
  • Bullismo è attuare forme di ricatto (richieste di soldi o altri beni materiali, aiuto nel fare i compiti...) sotto minaccia di violenza
  • -Bullismo è prestare attenzioni e mettere in atto comportamenti di tipo sessuale non desiderato che sfociano nella molestia sessuale. Rientra in questa forma di prevaricazione l'invio di video e/o foto oscene.
  • Il bullismo può essere perpetrato da un singolo individuo, il bullo, o da un gruppo, la baby gang, e il bersaglio delle prepotenze può essere sia un singolo individuo sia un gruppo più debole. L'appartenenza al gruppo, grazie alle regole stabilite, richiede autentiche dimostrazioni di fedeltà, determinando quei fenomeni di comportamenti devianti che potrebbero essere il primo scalino di un processo di stabilizzazione della devianza.

Dedicato ai genitori: i segnali da non sottovalutare

All'istituzione spetta il compito di vigilare e reprimere il fenomeno bullismo all'interno delle mura scolastiche;  i genitori devono prestare la massima attenzione ad alcuni comportamenti che potrebbero indicare che il figlio è vittima di bullismo. Più celere sarà il riconoscimento del fenomeno, meno danni potrà fare. Ecco i segnali d'allarme

  • È spesso triste e scontento quando torna a casa.
  • Manifesta disagi ricorrenti prima di andare a scuola (mal di testa, mal di pancia).
  • Si ammala facilmente.
  • Ha spesso lividi o ferite difficilmente giustificabili
  • Ha spesso i vestiti strappati.
  • È spesso solo, non porta amici a casa.
  • Non viene invitato alle feste.
  • Ha spesso libri rovinati o "perde" spesso penne, matite, gomme e colori.
  • Fa incubi o ha un sonno agitato.
  • Ha un calo nel rendimento scolastico perché perde interesse nelle attività scolastiche ed extrascolastiche
  • Chiede denaro a casa per poter fronteggiare le richieste dei bulli.
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