Bulimia

La bulimia è caratterizzata dall'ingestione rapida e ripetuta di notevoli quantità di cibo seguita dal vomito autoprovocato
Bulimia

Bulimia
La bulimia è una patologia caratterizzata dall’ingestione rapida e ripetuta di notevoli quantità di cibo seguita dal tentativo di liberarsene attraverso vomito autoprovocato o con lassativi. L’abbuffata è tipicamente accompagnata da una sensazione di perdita di controllo, a volte in assenza di vero appetito e di stimolo di sazietà, fino al punto di avvertire dolore gastrico. La bulimia insorge soprattutto in giovani donne molto preoccupate della loro forma fisica e del peso corporeo, con uno status sociale medio-alto. Spesso si manifesta in alternanza con l’anoressia all’interno dello stesso disturbo alimentare.

Bulimia: che cosa vuol dire?
La bulimia spesso esprime un enorme bisogno d’amore e la contemporanea necessità di rifiutarlo. La ragazza che soffre di bulimia ha vissuto rapporti familiari simili o identico a quelli della ragazza anoressica. Spesso è presente un rapporto controverso con la madre che rifiuta di dare amore alla figlia.
La voracità si manifesta con abbuffate incontenibili, durante le quali la ragazza prova due sensazioni opposte:
1) soddisfazione e appagamento immediati, ma brevissimi, in cui per un attimo vive, grazie al senso di pienezza provocato dal cibo, l’affettività che la madre gli nega.

2) la distruzione di tutto ciò che è commestibile e quindi, per similitudine, di ogni possibile oggetto d’amore. Subito dopo scatta il senso di colpa per essere grassa, e con esso il rifiuto di quanto è stato appena portato dentro; il vomito offre alla ragazza un provvisorio ma appagante senso di pulizia interiore e di autonomia.

Tale schema viene trasferito con piena analogia anche nei rapporti personali (soprattutto quelli) affettivamente importanti: la ragazza che soffre di bulimia trascina l’altro nella relazione con voracità, lo assorbe totalmente nel suo mondo (l’analogo dell’abbuffata) per poi espellerlo con forza non appena la relazione si fa più profonda (l’analogo del vomito).
 

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