Un recente studio rivela che i nottambuli, perdendo il corretto ritmo del sonno commettono poi da svegli una serie di “errori alimentari"
Da qualche tempo alcuni studi hanno approfondito le differenze in termini di ricadute sulla salute tra i “mattinieri” e i nottambuli. In un recente studio dell’Università di Toronto sono state indagate le abitudini e il livello di benessere di due gruppi di persone: 400 giovani dai 17 ai 38 anni, e circa 300 adulti dai 59 ai 79 anni. È emerso che i mattinieri "di ogni fascia età" si sentono in media più sereni e motivati durante il giorno ed anche il loro sistema immunitario ne beneficia.
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Ma da cosa dipende l'inclinazione a fare abitualmente tardi la sera o svegliarsi presto al mattino? Secondo alcuni ricercatori britannici dell’università del Surrey, è possibile rintracciare in alcuni casi una motivazione di tipo ereditario: la differenza nelle abitudini legate al sonno sarebbe determinata dalle dimensioni di un gene chiamato Period 3, coinvolto nella regolazione del nostro orologio biologico. Quanto più questo gene è corto, tanto più il soggetto portatore è nottambulo, a confronto con chi è abituato a svegliarsi presto.
La componente genetica è fondamentale solo per alcuni specifici casi, quello che sembra fare davvero la differenza è lo stile di vita: le abitudini quotidiane diventano con il passare del tempo cosi consolidate che tornare indietro diventa poi difficile. I soggetti disabituati a svegliarsi presto presentano poi nel corso degli anni delle ricadute importanti sullo stato di salute generale, soprattutto perchè tendono a modificare lo stile alimentare. È quello che emerge in un recente studio pubblicato su Obesity: svegliarsi presto al mattino migliora le nostre scelte alimentari durante il giorno. I ricercatori dell’Università dell’Alabama hanno esaminato i dati provenienti da 1854 uomini e donne finlandesi di età compresa tra i 25 e i 74 anni.
Durante i giorni feriali i nottambuli mangiavano poco a colazione, ma consumavano molti più zuccheri, carboidrati e grassi saturi rispetto ai mattinieri sia a pranzo sia a cena. Nei fine settimana la cosa non andava meglio: pur avendo più tempo a disposizione comunque facevano pasti irregolari, preferendo cibi preconfezionati ricchi di zucchero e di grassi. Senza contare che il tempo dedicato all’attività fisica in questi soggetti era sensibilmente ridotto rispetto a chi è abituato a svegliarsi presto, aumentando quindi in modo sensibile il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.