Il salmone crudo, buono e antiadipe
Cibo

Il salmone crudo, buono e antiadipe

In carpaccio o in tartare, il salmone crudo (meglio se selvaggio), è uno scrigno di principi snellenti e di grassi “buoni”, in primis iodio e arginino

Il salmone ha una carne gustosa e le sue proteine sono ricche di aminoacidi essenziali che riducono il senso di fame prolungando quello di sazietà: questo effetto pare sia dovuto all’elevato contenuto di arginino, sostanza che l’organismo sfrutta per sintetizzare una molecola che influisce positivamente sul metabolismo. Il salmone è anche una buona fonte di Omega 3, che smuovo soprattutto l’adipe addominale e hanno un’azione riattivante sull’intestino, e di iodio, che stimola l’attività della tiroide, accelera il metabolismo e favorisce lo smaltimento dei tessuti adiposi.

Quante calorie apporta il salmone? Nella versione fresca, sono circa 186 all’etto, che scendono a 147 per quello affumicato e salgono a 192 per il salmone in salamoia. La quantità di grasso varia in base all’età: gli esemplari giovani ne contengono circa il 6-8%, contro il 13% circa di quelli adulti. Lo stesso vale per le proteine: 16-17% nei salmoni giovani, e 19-20% in quelli adulti.

Consigli per l’acquisto del salmone

Il salmone più ricco di proteine e grassi “buoni”, i famosi Omega 3, è quello cosiddetto “selvaggio”, oggi difficilmente reperibile in commercio; se dobbiamo optare per i salmoni da allevamento, cerchiamo quelli  con certificazione biologica. Le carni devono risultare elastiche, compatte e di colore omogeneo, sia nella versione fresca che in quella affumicata.

Affumicato e in salamoia favorisce la ritenzione

Sia nella versione affumicata che in quella in salamoia, che spesso si usa per preparare sughi e arricchire le insalate, il vero problema è rappresentato dal sale che viene aggiunto al salmone durante i trattamenti di conservazione: come è noto, l’eccesso di cloruro di sodio ha effetti negativi sul circolo e può favorire la ritenzione idrica. Per questo, dovendo optare per il salmone affumicato o in salamoia, è bene ridurre le quantità delle porzioni.

 Provalo in tartare coi semi di coriandolo: sgonfia la pancia

  • Il salmone va utilizzato soprattutto a crudo, ad esempio in tartare, “condita” con un pizzico di semi di coriandolo (carminativi e anti gonfiore), erba cipollina (diuretica) e un filo di olio di oliva: in questa versione, è rassodante e saziante.
  • Affettato sottile, il salmone è ottimo anche in versione-sushi, abbinato a un cucchiaio di riso lessato nell’aceto: lubrifica le pareti intestinali.
  • Si può anche marinare il salmone, ricoprendolo con una miscela di scorza di lime, aneto tritato, sale e zucchero grezzo di canna; va tenuto sommerso da questa vinaigrette, per almeno 10 ore in frigorifero coperto con della pellicola: si serve con un’abbondante insalata. È anti ristagni.

Se lo preferisci cotto, fallo marinare: così eviti olio e sale

Il modo più veloce e semplice per cucinare un filetto di salmone di 150-200 grammi e spesso tra i due e i tre centimetri, è scottarlo appena in padella o sulla piastra, circa 2-3 minuti per lato. In questo modo, il salmone resta leggero, digeribile e molto più gustoso perché le fibre interne non perdono la loro morbidezza e non si deteriorano le proteine. Nel forno invece, la cottura ideale del salmone è 10-15 minuti a 180 gradi, fino a 20 minuti per i filetti più grandi. Prima di cuocerlo (al forno, sulla piastra o in padella) è bene lasciarlo marinare in frigorifero con una salsina di vino bianco, succo di limone, salsa di soia e un battuto di erbe aromatiche a piacere, girando il filetto ogni tanto: così la carne aumento il suo sapore e non c’è bisogno di altri condimenti.

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